Gli Studi

Lo sviluppo dell’idea, come è normale in abito progettuale, ha attraversato varie fasi di evoluzione. Come in tutti i processi progettuali anche nel nostro caso le fasi di seguito illustrate sono sempre state pensate tra loro in stretta relazione perché influenti l’una per lo sviluppo dell’altra. Ne è venuto fuori un prodotto il cui montaggio risulta molto semplice anche senza l’ausilio di strumentazioni particolari, longevo negli elementi che lo compongono e rispettoso delle piante che lo accolgono.

Percorso progettuale

Da subito ci siamo interrogati su come si potesse evitare l’integrale interruzione linfatica causata dalla costrizione esercitata dal sistema impiegato nelle piattaforme classiche, sistema questo che sappiamo insistere lungo una intera sezione della pianta. Se si ha presente il “funzionamento delle piante”, risulterà evidente concludere che il sistema di fissaggio fino ad oggi impiegato sia di fatto estremamente nocivo per la salute di questi preziosi esseri viventi. Abbiamo cercato in letteratura riferimenti e ricerche che potessero fornire elementi sulla reazione delle piante a corpi estranei, in particolare ai corpi metallici. Dopo i primi disegni abbiamo poi realizzato un esperimento attraverso un prototipo per verificare la stabilità e rilevare le eventuali imperfezioni della soluzione ipotizzata. Ci siamo poi spostati verso lo sviluppo dei disegni con sistemi grafici in genere usati per la progettazione meccanica, scelta questa azzardata ma che è stata premiata attraverso una totale governabilità del progetto e dei disegni. In ultimo, tali modelli sono stati trasposti nella fase di calcolo e verifica. In merito a questo ultimo aspetto si rileva che, con il nostro sistema, il materiale costituente viene chiamato ad esprimere le sue potenzialità meccaniche solo durante le fasi di caricamento e quindi solo quando richieste. Di contro nel sistema classico, le barre filettate in acciaio sottopongono il legno a sollecitazioni elevate e continue, con conseguenti fenomeni di stress tensionale del tutto inutili ed illogici sotto l’aspetto del rendimento meccanico (lavoro utile/lavoro richiesto).

Piante

Per poter progettare una piattaforma rispettando la pianta e utilizzandola con consapevolezza, è necessario comprendere al meglio la struttura interna e il funzionamento della pianta stessa, perché solamente in questa maniera è possibile ridurre i danni che le piattaforme creano sui fusti. In circa vent'anni di valutazioni della stabilità delle piante nei parchi avventura è emerso che le problematiche maggiori si riscontrano a livello del fusto a causa dell’inclusione delle piattaforme e dalle ferite profonde rilasciate durante il loro smontaggio. Questo avviene perché il normale accrescimento del diametro del tronco e dei rami si svolge nel cambio, che è situato nella zona più esterna del tronco al di sotto della corteccia; quindi la crescita del legno “nuovo” avviene nella parte più esterna della pianta.

Come cresce un albero in diametro?

Fin da bambini abbiamo imparato che dalla sezione trasversale di un tronco possiamo sapere l’età di un albero andando a contare gli anelli di accrescimento interni.
  Alle nostre latitudini l’albero ha una crescita stagionale:

  • Primavera/Estate: produce legno, con colore più chiaro e di produzione (dimensioni di crescita) maggiore.
  • Autunno/Inverno: va in riposo in quando le temperature diventano rigide, con colore più scuro e dimensioni minori.

Com'è strutturato internamente l’albero?

  1. Corteccia: oltre ad essere un parenchima di riserva, protegge il caule.
  2. Cambio: meristema secondario che produce xilema e floema.
  3. Alburno: area esterna più chiara e più giovane ed è attraversata da tutte le sostanze nutritive che dalle radici arrivano fino alle estremità superiori della pianta e viceversa.
  4. Duramen: solitamente di una colorazione più scura, composta dalle cellule del legno morte e indurite, attraverso cui non passa più nutrimento. Il suo compito è quello di sostenere la pianta.
  5. Midollo: parenchima di riserva, è legno più vecchio.


Il cambio produce fasci vascolari che prendono il nome di:

  • Xilema (o legno) verso l’interno: tessuto conduttore morto formato da vasi e fibre e che ha funzione di trasporto della linfa grezza (ascendente) e di sostegno.
  • Floema (o libro o cribro) verso l’esterno: tessuto conduttore vivo formato da cellule sovrapposte che formano i "tubi cribrosi" che hanno la funzione di trasportare la linfa elaborata dalle foglie in tutte le direzioni.

Sperimentazione

Con il fine di verificare in modo sperimentale le potenzialità dell’idea che sta alla base della piattaforma Adattiva, si è proceduto nel 2020 alla realizzazione di un prototipo in scala reale. La sperimentazione è avvenuta direttamente presso un parco avventura, per l’esattezza il parco avventura “La Borna Dou Djouasè” ad Antey-Saint-André, in Val D’’Aosta, proprio nel parco dove il progetto è stato concepito e dove nasce Linaria. I risultati di tale esperimento hanno superato ogni più rosea aspettativa sia in termini di resistenza che in termini di deformabilità. A questa prima esperienza sono seguite installazioni sperimentali che hanno interessato anche altri parchi limitrofi.

Disegni

Affinché il nostro prodotto potesse adattarsi ad alberi di varia grandezza sono state progettate varie taglie. Per poter definire il range della taglia, così come per poter studiare dimensionalmente i margini di compatibilità con le piante ed anche definire tutti i dettagli di taglio, foratura e posizione reciproca dei pezzi, si è inteso impiegare, forse per primi in questo settore, un sistema CAD di tipo parametrico, strumento questo in genere impiegato nella progettazione meccanica. Questo potente strumento ha consentito di verificare tridimensionalmente l’influenza dei vari parametri progettuali sull'oggetto di studio visto nella sua interezza.

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Calcoli

Per l’operazione di calcolo delle sollecitazioni e la successiva verifica (tensionale e deformativa) è stato impiegato un modello FEM (modello agli elementi finiti). Attraverso detto modello è stato possibile simulare diverse condizioni di caricamento della piattaforma (una o due persone su vari punti della pedana) e rilevare le interazioni di forze che gli elementi lignei si scambiano durante la sollecitazione. Si è anche provato a comparare il comportamento meccanico di una piattaforma classica con la piattaforma Linaria. Dalla comparazione, come prevedibile in virtù della evidente differenza concettuale tra le due tipologie di piattaforma, sono emerse vistosissime differenze nel tasso di sfruttamento del materiale, ad abissale vantaggio della piattaforma “Adattiva Linaria”.